Il jet-lag che potrebbe colpire i sudamericani di Inter e Milan impegnati nei giorni scorsi dall'altra parte del globo nelle qualificazioni mondiali influenzerà i risultati delle due squadre? Molto difficile. Ma cosè questo jet-lag? Semplice, il malessere legato al cambiamento di fuso orario. L'alterazione dei ritmi circadiani, cioè del ritmo biologico giornaliero, caratterizzato da una periodicità di 24 ore. In sincronia col ritmo circadiano vengono regolati molti dei fenomeni che avvengono nell'organismo quali il ritmo cardiaco, le secrezioni ormonali, la pressione sanguigna e l'escrezione renale.
Per un atleta i risvolti fondamentali sono una maggiore stanchezza e il rallentamento dei riflessi. Però bisogna considerare che gli atleti di alto livello sono abituati a viaggi transcontinentali.
Per evitare queste alterazioni comunque si ricorre all'uso di melatonina, classificata in Europa come integratore e non come farmaco. La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola posta alla base del cervello, la ghiandola pineale o epifisi.
Viene sintetizzata o secreta di notte, poco dopo la comparsa dell'oscurità la sue concentrazioni nel sangue aumentano rapidamente e raggiungono il massimo tra le 2 e le 4 di notte per poi ridursi gradualmente all'approssimarsi del mattino. L'esposizione alla luce inibisce la produzione della melatonina. A dosi farmacologiche la melatonina sembra poter risincronizzare l'orologio biologico interno in caso di variazioni indotte da repentini cambi di fuso orario.
Ininfluenti, o quasi, anche gli effetti legati al cambio di stagione perchè in questo periodo la differenza di temperatura tra Italia e Sudamerica non sono abissali. Poi, non si chiama jet-lag, ma le notti passate in discoteca producono gli stessi effetti. C'è qualcuno di loro che per questa preoccupazione evita i locali notturni?
Claudio Ghisalberti
La Gazzetta dello Sport