Il team di studiosi ha scoperto che il legame tra i due disturbi non solo esiste ma che è dovuto a un gene che si occupa del nostro orologio biologico. Lo studio ha coinvolto un gruppo di 7.600 persone sia diabetiche che non diabetiche. In un test specifico, alcuni volontari si sono prestati a farsi disturbare durante il sonno per tre anni. E’ emerso che proprio questo gruppo di pazienti aveva sviluppato temporaneamente i sintomi del diabete.
Questo ha confermato il collegamento fra melatonina, (coinvolta anche nella sonnolenza e nell’ abbassamento della temperatura corporea) e il diabete. La spiegazione è da ricercarsi nel fatto che proprio la melatonina ha un ruolo attivo nel rilascio dell’insulina, l’ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue. Stando ai ricercatori inoltre queste combinazioni di mutazioni, anche se rare, sono proprio quelle che vanno ad incidere sul rapporto tra melatonina e rilascio dell’insulina.
In particolare, nello studio di questi casi, è stato riscontrato che i portatori di quattro mutazioni nel recettore in questione, denominato MT2, avrebbero sei volte in più le probabilità di sviluppare il diabete rispetto alla norma. In passato, già altri studi avevano mostrato come proprio le persone che lavoravano di notte, quindi con una diversa qualità del sonno, erano maggiormente a rischio di contrarre alcune malattie come il diabete di tipo 2, la depressione, l’ipertensione, le malattie cardiache.
Inoltre, l’importanza del legame tra ciclo del sonno e diabete di tipo 2 darà ai ricercatori uno spunto in più per portare avanti il cammino della ricerca in materia, visto che la malattia è sempre più diffusa. In Italia il 4,9% della popolazione generale ne è affetto, nel 95% dei casi si tratta di diabete di tipo 2. A queste percentuali va, poi, aggiunto quel 1,5-2% della popolazione che è malata senza saperlo.