Benché la riproduzione assistita venga attuata da circa venti anni, sono ancora amplissimi i margini di miglioramento di questa pratica: basti pensare che su 100 coppie interessate, meno del 30% degli interventi hanno successo.
“Uno dei principali problemi da affrontare - spiega il professor Vittorio Unfer, presidente della SIFIOG (Società Italiana di Fitoterapia e Integratori in Ginecologia e Ostetricia) - è rappresentato dalla qualità degli ovociti della donna; va ricordato però che il patrimonio ovocitario non si rinnova durante la vita e quindi con il passare del tempo gli ovuli stessi subiscono un degrado; per questo occorre puntare al miglioramento della qualità degli ovociti: un ovocita migliore porterà a un embrione migliore, che a sua volta consentirà di avere maggiori prospettive di impianto favorevole. Negli ultimi anni, autorevoli studi condotti a livello internazionale hanno evidenziato l’esistenza di una sensibile correlazione tra la qualità ovocitaria e la presenza nell’organismo di due sostanze: l’inositolo e la melatonina. Somministrando queste sostanze per via orale si ottiene quindi una sorta di ringiovanimento degli ovociti e una migliore attitudine all’innesto."
"Queste proprietà - aggiunge il professor Unfer - sono state identificate tra il 2002 e il 2003 nell’Inositolo che fu chiamato impropriamente vitamina del fertilità: si tratta di una definizione inesatta (le vitamine non sono prodotte dall’organismo) in quanto è propriamente uno zucchero alcolico (come il glucosio). Per quanto riguarda invece la melatonina, è solo dal 2008 che questa sostanza è utilizzata per favorire la riproduzione valorizzando le sue proprietà coordinatrici dei ritmi umani. Gli studi hanno infatti dimostrato come la melatonina, così come regola il ritmo del sonno e della veglia, governi in modo eccellente anche le funzioni ovariche”.